Il cambiamento sistemico inizia dall’ascolto
Il nostro approccio nel lavoro con la comunità tibetana
Tutto ciò che esiste è interconnesso. È questa la realtà che osserviamo ogni giorno: nessun essere vivente esiste da solo, nessun fenomeno è isolato. Riconoscere l’interconnessione significa riconoscere che le nostre vite sono intrecciate con quelle degli altri, con le comunità, con gli ecosistemi. Da questa consapevolezza nasce la compassione, ovvero la capacità di sentire le difficoltà altrui come nostre, in quanto appartenenti a uno stesso sistema, e di prendersene cura.
In Wisedāna Foundation consideriamo la compassione un valore universale, che guida il nostro modo di stare al mondo e di fare filantropia. Esistono culture che hanno scelto di coltivare questo valore in modo particolare, mettendolo al centro della propria visione della vita. La cultura tibetana è una di queste, e per questo noi sosteniamo il popolo tibetano e la continuità di una cultura così preziosa.
Nel sostegno alla comunità tibetana come in tutti i nostri progetti, il nostro impegno parte da un’approfondita conoscenza del contesto e di chi lo vive ogni giorno. Per noi, conoscere a fondo non è solo un passaggio iniziale, ma una pratica costante e fondamentale, che accompagna ogni fase del nostro lavoro.
In questo articolo raccontiamo come, attraverso il nostro metodo di ascolto e relazione, trasformiamo la conoscenza in azioni concrete ed efficaci. È grazie a questo approccio che possiamo costruire interventi capaci di andare oltre le risposte immediate e agire sulle cause profonde della sofferenza.
Capire per cambiare
In Wisedāna Foundation, la cura comincia dalla conoscenza del contesto su cui vogliamo intervenire. Non si tratta solo di un momento iniziale, ma di una pratica costante orientata all’apprendimento. Riconosciamo, infatti, che la realtà è impermanente, cioè sempre in evoluzione, e dunque ci impegniamo ad aggiornare continuamente la nostra conoscenza di essa e a imparare.
Per noi la conoscenza si costruisce principalmente attraverso relazioni di fiducia con i partner locali, che si trovano a diretto contatto con le comunità che aiutano e spesso ne fanno addirittura parte. Sono loro i nostri punti di riferimento sul campo: conoscono il territorio, la sua storia e i suoi abitanti, e ci permettono di leggere i cambiamenti rilevanti in tempo reale. Grazie al nostro dialogo continuo con loro, noi non imponiamo soluzioni dall’esterno, ma costruiamo insieme gli interventi più adatti alla realtà locale, combinando la conoscenza del territorio dei partner con le nostre competenze filantropiche.
«In Wisedāna, vediamo la conoscenza del contesto come una funzione strategica. Non è un’analisi preliminare da archiviare, ma un processo continuo. Lo alimentiamo grazie al confronto costante con i partner locali, che sono i nostri occhi e le nostre orecchie sul campo. Questo ci permette di adattare rapidamente gli interventi quando il contesto cambia, evitando di basarci su informazioni superate o parziali.
La conoscenza approfondita del contesto è essenziale anche in fase di valutazione di impatto. Più che ai dati quantitativi, il nostro sguardo si rivolge a un’analisi qualitativa dell’intervento, perché molti cambiamenti importanti non si misurano con i numeri. La dignità di una persona, la qualità di una relazione educativa, il senso di sicurezza di una famiglia: sono trasformazioni reali e rilevanti, che i partner ci aiutano a riconoscere non con dati o grafici, ma attraverso un dialogo continuo e aperto. Senza il loro sguardo sul territorio, rischieremmo di perdere quella che forse è la parte più importante del nostro lavoro.»
Investire tempo, risorse ed energie nello studio del contesto e nelle relazioni è per noi parte integrante dell’intervento filantropico. È sia un gesto di cura che una scelta strategica, che ci permette di lavorare sulle cause profonde dei problemi, e non solo sui sintomi.

Coltivare la conoscenza
Per noi, conoscere significa osservare il contesto da più punti di vista e mantenere questa osservazione viva nel tempo. Costruiamo questa conoscenza in tre modi:
1. STUDIO DI CONTESTO MULTILIVELLO
Quando iniziamo a lavorare con una comunità, non ci fermiamo all’apparenza del problema. Parliamo con chi vive sul territorio per raccogliere tutte le informazioni rilevanti su diversi livelli, come ad esempio le dinamiche sociali, la situazione economica e la cultura locale. Questo ci permette di capire le cause profonde dei problemi, spesso interconnesse tra loro.
2. RELAZIONI DIRETTE CON I PARTNER LOCALI
I nostri punti di riferimento sul campo sono i partner che vivono vicino o all’interno delle comunità beneficiarie. Lavoriamo per costruire con loro un rapporto di fiducia basato su ascolto reciproco, rispetto e apertura. Riconosciamo che sono loro gli esperti del contesto: conoscono la realtà locale meglio di qualsiasi spettatore esterno, e per questo valorizziamo la loro esperienza diretta come una risorsa preziosa.
3. PRESENZA CONTINUA
Anche quando non siamo fisicamente presenti, il rapporto di fiducia con i partner ci permette di avere un contatto costante con la realtà locale. Investiamo molte energie nel mantenere queste relazioni perché solo così possiamo assicurarci di intervenire nel modo più rapido, efficace e aderente alla realtà possibile.
Il nostro lavoro nella comunità tibetana
Come già detto, la comunità tibetana rappresenta per noi una cultura viva basata sulla compassione. Per questo lavoriamo per proteggerla e garantire condizioni di vita dignitose al suo popolo, che vive in esilio. In questo contesto complesso e in continua evoluzione, applichiamo il nostro modello filantropico, basato sulla conoscenza e sulla relazione, con azioni mirate e concrete.
«Nel nostro lavoro con la comunità tibetana, abbiamo scelto di lavorare su più livelli, costruendo relazioni con diversi attori del territorio, quali:
- singoli membri e referenti delle comunità locali;
- organizzazioni sociali attive sul territorio;
- enti religiosi e monasteri, che svolgono un ruolo importante per la vita comunitaria;
- Central Tibetan Administration (CTA), che è la principale istituzione di governo della comunità tibetana in esilio.
Con tutti loro abbiamo avviato un dialogo per raccogliere informazioni e costruire una conoscenza il più completa possibile del contesto.

In particolare, con CTA abbiamo definito tre diritti fondamentali su cui concentrare il nostro intervento filantropico: il diritto all’abitare, il diritto alla salute e il diritto all’educazione. Abbiamo quindi attivato un confronto diretto con i tre dipartimenti di CTA competenti, ovvero il Department of Home, il Department of Health e il Department of Education. Insieme a loro abbiamo valutato molte proposte progettuali e individuato quelle in cui il nostro contributo poteva essere di maggior beneficio, prediligendo le iniziative con grande potenziale di cambiamento sistemico.
Questo lavoro congiunto ci permette di costruire interventi concreti, che rispondono ai bisogni reali della comunità tibetana agendo sulle cause profonde dei problemi e non solo sui loro effetti.»
Grazie a questo approccio, possiamo sostenere la comunità tibetana in modo più efficace e consapevole, costruendo un cambiamento che nasce dal dialogo e dalla fiducia costruita nel tempo.
Una visione sostenibile
Il nostro obiettivo non è fornire soluzioni immediate ai problemi, ma costruire un cambiamento concreto, duraturo e radicato nella realtà locale. In quest’ottica, applicare una visione di lungo periodo è una parte essenziale del nostro approccio: solo il tempo permette di approfondire la conoscenza del contesto e rafforzare le relazioni con comunità e partner locali, intervenendo così sulle cause profonde dei problemi.
Spingendo il nostro sguardo oltre le conseguenze di breve periodo, garantiamo che le nostre azioni filantropiche siano orientate alla sostenibilità e all’autonomia dei beneficiari, e non all’assistenzialismo. Intervento di lungo periodo infatti non significa intervento cronico: nel primo caso si lavora per creare un cambiamento duraturo e modulato sul contesto di riferimento, mentre nel secondo si mantiene solo una visione di breve periodo ripetuta nel tempo, senza interrogarsi davvero sulla complessità del sistema e dei suoi squilibri.
Affinché sia reale, il cambiamento non deve dipendere dal nostro intervento in modo indefinito. Al contrario, noi miriamo a un cambiamento che si mantenga in maniera sostenibile, puntando sull’empowerment delle comunità locali e sulla creazione di sinergie virtuose che, a un certo punto, rendano il nostro sostegno filantropico non più necessario.
La conoscenza come scelta di metodo
Per Wisedāna Foundation, conoscere significa già prendersi cura. Approfondire il contesto, ascoltare chi vive il territorio, costruire relazioni di fiducia: è così che creiamo interventi capaci di affrontare le cause profonde dei problemi.
Questo processo di conoscenza profonda non si esaurisce all’inizio del progetto, ma continua nel tempo grazie alle relazioni vive che manteniamo con i territori in cui lavoriamo. Scegliamo di applicare una visione di lungo periodo, cioè di prenderci il tempo di conoscere, capire, costruire soluzioni radicate nel contesto locale e rafforzare le comunità, affinché il cambiamento possa durare nel tempo, in autonomia.
Questo approccio si concretizza in un dialogo multi-stakeholder che mira all’apprendimento continuo. Nel caso del sostegno alla cultura tibetana abbiamo attivato uno scambio con istituzioni politiche, organizzazioni del territorio, enti religiosi e membri delle comunità. Solo così possiamo costruire soluzioni concrete e sostenibili: il cambiamento sistemico inizia con la conoscenza.

Testo di Marta Turchetta e Francesco Banfi
Revisione editoriale di Marta Turchetta